Nel nord-europa, nel I sec. d.c., i Romani si erano spinti fino al fiume Weser (Brema) e anche all’Elba (Amburgo) arrivando a comprendere, fino alla tremenda sconfitta di Varo nelle foreste di Teutoburgo, sotto l’impero di Augusto e anche dopo le successive temporanee avanzate di Germanico, anche le terre dei Cherusci di Arminio (Hermann).

Ma il “Limes Romanus” ufficiale era quello più arretrato raggiunto nella sua massima espansione dopo le conquiste di Vespasiano e Domiziano, che partiva circa dall’attuale Rotterdam e, giù verso sud-est, comprendeva Bonn – Colonia – Francoforte – Stoccarda… ossia una linea soprattutto difensiva utilizzando Reno e Danubio.
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Come si può notare, la zona dell’attuale città di Bamberga che pure è in una posizione strategica di confluenza tra quei due fiumi (addirittura unendoli attraverso il Meno e il Regnitz), è sempre stata fuori dal quel “limes” (evidentemente si trovava nell’area di influenza di altri Alemanni che ben riuscivano a tutelare la propria indipendenza…), ma penetrando però qua e là nelle terre di confine tra Suebi, Naristi, Marcomanni ed Ermunduri (a sud dei Langobardi, Goti e Vandali), i Romani avevano comunque piazzato qua e là dei fortilizi o avamposti o villaggi e, non poco strano, che uno di questi (a circa 20 km sia dal limes che dalla futura Bamberg, avesse il nome di Bergtheim (cittadina tuttora esistente), che per i bergamaschi (di Bergheim) ha un suono molto familiare!

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