.. è anche per merito della città di Bamberga che ha dato i natali a Cristoforo Clavio..
Cristoforo Clavio, nato a Bamberga il 25 marzo 1537 e morto a Roma il 12 febbraio 1612.


La Germania, e non solo, era scossa in quegli anni dai sanguinosi e fratricidi scontri, durati decenni, innescati dalla riforma protestante (Martin Lutero aveva illustrato le sue 95 tesi affiggendole pubblicamente a Wittemberg nel 1517) e dalla conseguente "Controriforma" (che prese forza dal Concilio di Trento iniziato nel 1545).
Pur tuttavia, in quel periodo, la regione della Franconia era rimasta sostanzialmente cattolica e fedele al papa benché vaste zone intorno ad essa avessero abbracciato il luteranesimo.
Fu così che, respirando quell'aria, il giovane Clavio nel 1555 decise di entrare nella Compagnia di Gesù e l'anno successivo venne inviato a Coimbra, presso il gesuita Colégio das Artes. A Coimbra seguì il triennio di studi filosofici tenuto dal celebre teologo Pedro da Fonseca. Il 21 agosto 1560 eseguì a Coimbra le osservazioni astronomiche su un'eclissi solare totale che lo entusiasmò tantissimo spingendolo definitivamente agli studi matematici e astronomici. Lo stesso anno si trasferì a Roma dove studiò teologia presso il Collegio Romano, e nel 1564 fu ordinato sacerdote. L'anno successivo iniziò ad insegnare matematica al Collegio Romano, attività che continuerà, con l'eccezione di un soggiorno di due anni a Napoli, fino alla fine dei suoi giorni. Fu anche l'insegnante di due illustri missionari, Alessandro Valignano e Matteo Ricci, che aprirà la via alla penetrazione occidentale in Cina.
Il 9 aprile 1567 poté assistere anche ad una seconda eclisse solare completa, che, con la precedente, descriverà nell’ "In Sphaeram Ioannis de Sacro Bosco Commentarius" del 1593.
Divenuto il più autorevole matematico gesuita, Clavius fu autore di un gran numero di testi che ebbero grande influenza. Le sue opere maggiori sono un'autorevole versione degli Elementi di Euclide (1574) arricchita di note originali e il suddetto commento al Tractatus de Sphaera del Duecentesco Giovanni Sacrobosco (1581), ristampato per ben sedici volte in sette successive edizioni rivedute, corrette e, volta per volta, arricchite di nuovi capitoli.
Ma si può ben dire che il lavoro per cui Cristoforo Clavio è divenuto famoso è lo studio che ha portato tutta la nostra civiltà all'adozione dell'attuale calendario!
Nel 1579 egli infatti venne nominato Primo Matematico nella Commissione Pontificia per la "Riforma del Calendario Giuliano".


Il Calendario Giuliano era stato elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui il nome), nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C. e fu il calendario ufficiale di Roma e dei suoi domini e successivamente di tutti i Paesi d'Europa e d'America, man mano che venivano cristianizzati o conquistati dagli europei.
Già nel calendario giuliano Sosigene aveva stabilito che un anno ogni quattro fosse bisestile per compensare il fatto che la durata dell'anno solare non è data da un numero intero di giorni. Il giorno in più si aggiungeva dopo il 24 febbraio (sexto die ante Calendas Martias -in latino) ma, dato che "septimo die" era il giorno 23, lo chiamarono "bis sexto die" (da qui il nome di "anno bisestile").
In questo modo la durata media dell'anno giuliano risultava di 365 giorni e un quarto. La differenza con l'anno solare risultava così di soli 11 minuti e 14 secondi circa ma questa differenza, pari a circa un centesimo di giorno, si accumulava però col passare dei secoli, per cui gli equinozi non corrispondevano più al 21 di marzo e di settembre si spostavano man mano all'indietro (si perdeva un giorno ogni 128 anni circa) fino ad arrivare a circa 10 giorni nel XVI secolo. Questo fenomeno era ben noto agli astronomi medievali e anche Dante vi accenna nella Divina Commedia.


Nel 1582, grazie soprattutto agli studi del nostro bamberghese Cristoforo Clavio e per decreto di papa Gregorio XIII (da cui prende il nome), il calendario giuliano fu sostituito dal calendario gregoriano capace di ridurre l'errore a soli 26 secondi (un giorno ogni 3.323 anni circa).
L'Umanità, grata, ha pensato bene di tramandarne il nome e l'amore per l'astronomia intestandogli anche un cratere lunare

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