..e ritroviamo la città di Bamberga anche nella Storia del progresso dell'Umanità, in quel grande ramo che vide la Stampa dare un contributo decisivo all'alfabetizzazione di massa e successivamente all'espandersi della cultura. In questo caso il nome della città è legato principalmente a quello di Pfister.
Albrecht Pfister fu uno dei primi tipografi tedeschi (e quindi uno dei primi al mondo). Era nato a Magonza nel 1420 e divenne in quella città collaboratore di Gutemberg negli anni in cui questo ebbe la geniale intuizione di produrre e utilizzare i caratteri mobili per stampare su carta, inventando così la “tipografia” ossia la stampa a caratteri mobili.
Ma facciamo un breve salto nella storia:


Magonza (Meinz), allora “libera città imperiale” dal 1244, era una fucina di idee e attività e, colà, nel 1449 gli esperimenti di Gutenberg, finanziati dall’orafo Johann Fust, erano a buon punto; egli era già in grado di comporre e stampare sia fogli singoli che libri, aveva cioè inventato un intero processo industriale: i caratteri mobili (piombo, antimonio e stagno), l’inchiostro e il torchio tipografico.
Con lui lavoravano l’incisore Peter Schöffer e altri giovani discepoli tra cui il nostro Pfister, un religioso che dal 1448 era anche chierico di Georg von Schaumberg. La stampa della prima "Bibbia a 42 linee", ultimata il 23 febbraio 1455 e messa in vendita a Francoforte, aveva suscitato immediato entusiasmo.
Per produrre le altre 180 copie della tiratura occorsero però altri tre anni e nel frattempo il finanziatore dell’impresa, deluso dallo scarso profitto, aveva ritirato il suo appoggio, ripreso i 1600 fiorini prestati ed estromesso di fatto l’inventore (quasi cinquantenne) dall’officina.
Abbandonato dallo Schöffer (che proseguì l’attività col Fust) e dallo Pfister (divenuto segretario dello Schaumberg che, nel 1459, era stato nominato Vescovo di Bamberga), Gutenberg cercò di continuare la sua attività aprendo una sua tipografia, cui si può attribuire la stampa di altro materiale che comunque non raggiunse la magnificenza della prima Bibbia.
Nel 1462 Magonza fu poi l'epicentro di una battaglia nel corso della “Guerra degli Arcivescovi”: la città fu bruciata e saccheggiata, parecchie centinaia furono i morti e altrettanti i fuoriusciti. Per Gutenberg fu un durissimo colpo: perse la sua officina, collaboratori e discepoli (che si dispersero per l’Europa) per la seconda volta.


Albrecht Pfister, giunto a Bamberga al seguito del principe-vescovo Georg von Schaumberg, aprì una stamperia che restò attiva fino alla sua morte (1466).

La seconda edizione della Bibbia latina (con caratteri DK e detta di 36 linee) fu impressa nel 1459/60 a Bamberga, forse dallo Pfister o forse da Heinrich Keffer, altro collaboratore di Gutemberg a Magonza, che si era trasferito anch'esso nella stessa città.
Pfister fu però sicuramente il primo tipografo a stampare in tedesco e a inserire decorazioni xilografiche in un libro a stampa. Si riconoscono alla sua officina nove edizioni con in pochissimi esemplari. Tra di esse sono particolarmente notevoli "Der Ackermann von Böhmen" (1461 ca) e "Der Edelstein" (una raccolta di favole di Ulrich Bonner -1461), e altri che restano i primi libri a stampa illustrati con xilografie.
Il suo nome si trova per la prima volta nel colophon di “Historie von Joseph Daniel Judith und Esther” (1462) e gli stessi tipi di caratteri furono adoperati per le altre operette di carattere popolare, ornate di figure, fra cui le tre edizioni della "Biblia Pauperum", due in tedesco e una in latino (1462/63), che sono insigni rarità bibliografiche. I caratteri utilizzati nei libri di Pfister, anche se simili a quelli di Gutenberg, hanno comunque delle loro peculiarità. In totale sono riconosciute :
- due edizioni del popolare lavoro religioso Der Ackermann aus Böhmen in tedesco
- due edizioni di Ulrich Boner s ' Der Edelstein in tedesco
- due edizioni di un Biblia pauperum in tedesco
- un Biblia pauperum in latino
- una Storia di Giuseppe, Daniele, Giuditta ed Ester in tedesco
- una edizione del Belial di Jacopo Paladini in tedesco

In particolare, l'edizione dell’”Ackermann” potrebbe essere stato il suo primo lavoro e sarebbe quindi sia il primo libro illustrato che il primo libro in tedesco stampato con caratteri mobili. Le sue xilografie, ancora piuttosto grezze, sono colorate a mano e, a volte, un poco malmesse nella pagina. Il “Belial” è però l'unico dei nove libri senza illustrazioni xilografiche.
Solo in due delle edizioni sono riportate a stampa le date di produzione: la prima delle due “Edelstein” (1461) e la “Storia” (1462). Oltre ai suddetti titoli, furono stampate a Bamberga e distribuite varie “indulgenze” emanate nel frattempo.


Anche in Italia la "tipografia" andava lentamente affermandosi. Cominciò ad essere adottata in varie città: a Foligno dapprima già nel 1463, poi a Subiaco nel 1465, Roma nel 1467, Venezia nel 1469 dalla quale, essendo molti i bergamaschi ivi residenti, fu "esportata" anche a Bergamo che dal 1428 era nei suoi possedimenti. In terra orobica, dopo vari sporadici tentativi, verrà applicata seriamente solo dal 1577 quando, con Vincenzo da Sabbio che passerà il testimone l'anno successivo a Comino Ventura, verrà aperta una vera prima stamperia... ma questo avverrrà cioè dopo che i Conquistadores a Città del Messico avevano impiantato il primo torchio da stampa nel 1544 e i gesuiti portoghesi a Goa, in India, ne 1556.... ma ben prima comunque degli Ottomani che lo permisero a Istambul solo nel 1729.

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