Il Cavaliere di Bamberga (Bamberger Reiter), o Cavaliere di pietra (steinerner Reiter), è una famosa statua equestre che si trova nel Duomo di Bamberga. La statua fu realizzata probabilmente nella prima metà del XIII secolo (si pensa prima della seconda consacrazione della cattedrale nel 1237 avvenuta dopo un grosso incendio – la prima essendo avvenuta dopo la costruzione nel 1012) e la sua immagine si trova in molti libri di storia come rappresentazione della nobiltà della cavalleria medievale tedesca.
La statua, che si trova su una mensola che decora un pilastro del coro orientale, è a grandezza naturale e raffigura un cavaliere senza barba, con la corona, senza armi, il capo eretto, lo sguardo rivolto in avanti.
Si ipotizza che originariamente la statua fosse policroma.
L'identità del cavaliere ritratto è ancora oggi misteriosa: la presenza della corona e la posizione sul cavallo indicano che si tratta di un nobile di alto lignaggio, di un re e potrebbe essere Costantino I o Corrado III di Svevia, ma si pensa per somiglianza, a Federico II di Svevia; potrebbe anche essere uno dei re, oltretutto dichiarati santi, legati alla città di Bamberga come Stefano I d'Ungheria, cognato di Enrico II, e lo stesso Enrico II, sepolto nello stesso Duomo, che però, si reputa, essendo questi Imperatore sarebbe stato raffigurato con le Insegne Imperiali.
Alcuni pensano che la statua sia una rappresentazione simbolica di tutto il mondo. Il demone raffigurato sulla mensola a destra, sotto lo zoccolo del cavallo, rappresenta l'Aldilà, sopra c'è il mondo vegetale; poi c'è il mondo animale, poi l'uomo e, sopra, il baldacchino che rappresenta Gerusalemme, la città celeste, l'Universo.
Secondo altri autori, la figura che si trova sotto gli zoccoli anteriori sarebbe una delle tante rappresentazioni scultoree dell'”Uomo Verde” e la studiosa Kathleen Basford, nel suo saggio dedicato a tali figure, definisce questo Uomo Verde "la controparte oscura" del Cavaliere.
Nel 2004 lo storico del Medioevo Hannes Möhring, docente presso l'Università di Bayreuth, ha sostenuto l'ipotesi che il cavaliere disarmato con il mantello e la corona rappresenti il Messia che torna alla fine dei tempi, "il re dei re" di cui parla l'Apocalisse di San Giovanni.
Nell'epoca delle Crociate, la statua doveva ricordare ai credenti che i nemici del Cristianesimo, soprattutto i musulmani, potevano essere sconfitti veramente solo con la parola di Dio.
Durante la Prima guerra Mondiale gli Ulani del 1º Reggimento Reale Bavarese erano chiamati anche i Cavalieri di Bamberga, perché erano di stanza a Bamberga.
Durante il Terzo Reich il Cavaliere di Bamberga fu perfino utilizzato dai nazisti come simbolo ariano; il poeta tedesco Stefan George (1868-1933) scrisse una poesia su di lui poiché corrispondeva perfettamente al suo ideale di "impero segreto":
Du Fremdester brichst noch als echter sproß
Zur guten kehr aus deines volkes flanke.
Zeigt dieser dom dich nicht: herab vom roß
Streitbar und stolz als königlicher franke!
Bist du leibhaft in der kemenat
Gemeißelt, nicht mehr Waibling oder Welfe
Nur stiller künstler, der sein bestes tat.
Versonnen wartend bis der himmel helfe.
Tu, il più straniero, sorgi puro germoglio
Diritto dal fianco del tuo popolo.
Questo duomo non ti mostra: a cavallo
Valente e fiero come un reale Franco!
Tu pieno di vita sei nel Kemenat
Scolpito, non più ghibellino né guelfo
Solo muto artefice che fa del suo meglio.
Pensoso attendi l'aiuto del cielo.
e questa poesia di Stefan George ispirò Claus Schenk von Stauffenberg, l'ufficiale del 17º Reggimento Cavalleria (i "Cavalieri di Bamberga") che organizzò l'attentato del 20 luglio 1944 contro Adolf Hitler e il successivo tentativo di colpo di Stato.
Il Cavaliere di Bamberga è uno dei simboli più famosi di Bamberga.
Il Festival del cortometraggio di Bamberga assegna ogni anno come premi ai vincitori delle sculture del Cavaliere di Bamberga in cioccolato massiccio e in ferro.
Nel 2003 le Poste Tedesche (Deutsche Post AG) lo hanno celebrato raffigurandolo su un francobollo della serie Sehenswürdigkeiten.
Nel 2005 è uscito il romanzo di ambientazione medioevale Die Nacht des steinernen Reiters (La notte del cavaliere di pietra) di Guido Dieckmann, che tratta dell'origine del Cavaliere.
E lo si ritrova anche in numerosi altri saggi e opere letterarie tedesche come per esempio in Heinz Gockel: Der Bamberger Reiter; Achim Hubel: Der Bamberger Reiter; Otto Spälter: Der vergessene Christus; Walter Hartleitner: Zur Polychromie der Bamberger Domskulptur; Berthold Hinz: Der Bamberger Reiter; Martin Warnke: Das Kunstwerk zwischen Wissenschaft und Weltanschauung; Achim Hubel: Kaiser Heinrich II.; Hannes Möhring: König der Könige; Stefan Schweizer: Unserer Weltanschauung sichtbaren Ausdruck geben; Wolfgang Ullrich: Der Bamberger Reiter und Uta von Naumburg; Otto Eberhardt: Der Bamberger Reiter als Endzeitkaiser.
Il nostro Cavaliere ha colpito nei secoli anche diversi artisti internazionali e tra gli scultori famosi il nostro Marino Marini (Pistoia 1901 - Viareggio 1980).
Tratto dal sito dello scultore: Le figure con cavallo e cavaliere di Marino Marini sono in parte ispirate alla misteriosa statua del Cavaliere di Bamberga. Gli artisti si sono sempre confrontati con l’iconografia equestre associandola all’eroicità e alla virtù; dal Cavaliere Rampin dell’arte greca arcaica, al Marco Aurelio del Campidoglio, al Luigi XIV del Bernini, gli esempi sono numerosi. Domare un cavallo equivale a controllare le pulsioni interiori. Il cavaliere di Bamberga è una statua equestre situata nel Duomo della città bavarese visitata da Marino nel 1934. Il Cavaliere, per ammissione dello stesso Marino, lo impressionò per l’appartenenza a un mondo lontano e fiabesco, per la sua costruzione classica e gli stessi gesti composti e l’incarnazione perfetta delle virtù della cavalleria medievale tedesca.
E questo storico Cavaliere possiede anche una particolarità: osservando attentamente il cavallo, si vede che è un cavallo ferrato. È una delle primissime rappresentazioni di ferro di cavallo realizzate nella storia.
...e del "Cavaliere di Bamberga" se ne parla sovente in trasmissioni di carattere culturale come quella, di cui qui un estratto, andata in onda recentemente su RAI5 ..
... e non dimentichiamo neppure che questa figura era ben presente anche nei pensieri di Papa Benedetto XVI!