Il moschetto Carcano modello 1891 (prodotto dal 1891), adottato dall’E.I. nella prima G.M., divenne, dopo varie modifiche inserite fino al 1938, il 91/38; fu adottato dall’E.I. nell’arco della prima fase della II° G.M ma subì altre modifiche, sotto la Repubblica di Salò, per renderlo compatibile con il munizionamento dell’allora alleato esercito germanico. Questa arma, con ulteriori modifiche, restò in dotazione ai nostri giovani di leva inquadrati nei vari reparti, per molti decenni dopo la fine della guerra. Ad una di queste, con l'aggiunta di un'ottica civile a 4 ingrandimenti, nel 1963 è stato attribuito l'omicidio a Dallas di John Fitzgerald Kennedy.

Era un giovane Allievo Ufficiale della Scuola di Contraerea Leggera (CAL) di Sabaudia; durante il corso aveva acquisito il titolo di “tiratore scelto”, ricevendone anche dei premi, per la sua efficacia nel tiro con diversi tipi di arma, ma quel giorno nell'estate del 1954, partecipando a delle normali esercitazioni di tiro, Cesare Bamberga imbracciò un fatale 91/38...

E, qui seguito, ecco altre note su quel tipo di fucile:  “…molti Carcano sono stati ri-importati dall'estero, dove erano finiti dopo la fine della II G.M. ma molti sono stati “ricamerati” utilizzando delle canne adatte per il "diametro commerciale" di 0,264", addirittura utilizzando sui classici "91 lungo" delle canne con passo di rigatura costante al posto di quello variabile. Se da un punto di vista "storico" questo non è sicuramente un bel "biglietto da visita", da un punto di vista di "sicurezza" la cosa crea non pochi problemi, perché utilizzando una canna sottocalibrata i picchi pressori che vengono generati da una "munizione originale" potrebbero creare seri danni al tiratore….”  e altri scrivono “…molte critiche sono state mosse al Carcano riguardo alla robustezza. Si parla di militari che si sono trovati l'otturatore in faccia, ma dei nomi degli "sfortunati" non c'é traccia...  ma purtroppo di quella “sfortuna” Cesare ne ebbe una traccia indelebile.

Al sesto e ultimo (fortunatamente) colpo, la canna surriscaldata impedì l'uscita al proiettile che esplose in canna… l’otturatore rinculò sotto la pressione dell'espolione ma fu trattenuto (fortunatamente) dal fine corsa mentre la fiammata e le schegge che, all'indietro, fuoriuscirono, investirono il viso del giovane. Dal solo occhio destro furono estratte quasi quaranta minutissime schegge e molte più dal resto del viso. Il destino fu segnato; per tutta la sua, pur lunga, vita Cesare dovette adattarsi alla vista con il solo occhio sinistro. Questo influenzò certamente il suo carattere (a volte il “nervosismo” prevaleva sul suo naturale buonumore) ma ciò non gli impedì di ottenere ottimi risultati nel mondo del lavoro, di avere grandi soddisfazioni da una bellissima famiglia e di essere anche di notevole aiuto ad altri “sfortunati” per servizio attraverso la sua carica in seno all'Associazione relativa.
Cesare ci ha lasciato nel 2015 ma ha lasciato un grande esempio come persona e come cittadino. R.I.P.

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