Non sempre la quantità è sinonimo di qualità, ma a Bamberga si producono davvero stupefacenti esempi di grandi e originali birre in gran quantità: solo in città esistono oggi nove birrerie artigianali che producono circa 40 birre (le birrerie erano 65 nel 1818!! ...per 50 tipi di birra!!) e tutte molto buone, negli stili tradizionali.
I principali stili sono:
*- Vollbier  , sia chiare che scure, maltose con retrogusto secco; “ungenspundet” – non filtrato – Lagerbier o Kellerbier, con poco CO2, meno malto e più luppolo delle precedenti;
*- Bock, simili alle Vollbier ma più alte un gradazione e prodotte per il periodo prenatalizio;
*- Pils, comunque meno luppolate e secche di quelle ceche o della Germania del Nord;
*- Weiss/Weizen, di frumento ad alta fermentazione provenienti dalla Baviera meridionale e spesso disponibili in bottiglia;
*- Schwarzbier, le birre scure prodotte con i malti più tostati nello stile Munich;
*- Marzen, che si producevano una volta solo a Marzo come ultimo brassaggio, per essere bevute fino ad Ottobre, perché poi l’estate era troppo calda per le birre a bassa fermentazione, con il sottotipo:
*- Festbier – prodotte per ricorrenze particolari – di cui si considerano fare parte anche le
*- Rauchbier, le specialità affumicate di Bamberga, come la nostra Schlenkerla, che tra tutte è stata la prima ed è ancora la più famosa (Bamberga è considerato sinonimo di Rauchbier, ma in realtà solo due delle nove birrerie ne producono, entrambe con la loro malteria), nonostante siano prodotte tutto l’anno.


Si possono trovare anche birre non appartenenti a queste categorie: sono generalmente tentativi di resuscitare stili del passato, prima che dominassero le lager sbiadite. Nomi come Bauernbier (birra del fattore), Landbier (birra del territorio), Braunbier (birra scura) e Alt Fränkisch (dell’antica Franconia) sono usati per affermarne l’autenticità.


La storia delle Rauchbier 


Una leggenda narra che un incendio in una birreria, durante il quale la birra già pronta venne sottoposta al fumo, causò l’originalissimo aroma delle birre affumicate. Il birraio, povero in canna, dovette comunque venderla e, inaspettatamente, i suoi clienti l’apprezzarono: da qui nacque il nuovo stile... ma queste sono solo fantasie.
La realtà risiede nella storia stessa della produzione della birra, specificamente della maltazione. I principi sono gli stessi dai tempi dei Babilonesi, solo la tecnologia è cambiata nel corso dei secoli. Il malto verde era, e continua ad essere, asciugato nei forni, e lo si può fare in due modi: lasciandolo al sole oppure con aria calda prodotta dal fuoco. Nel secondo caso era inevitabile che il fumo prodotto dalla combustione raggiungesse il malto conferendogli l’aroma affumicato.
A partire dal ‘700 nuove tecnologie permisero di asciugare il malto con aria calda riscaldata indirettamente, con carboni fossili come l’antracite o combustibili liquidi, senza un fuoco vivo e aperto, quindi senza gusto affumicato. Questi processi sono anche più economici ed efficienti e presto rimpiazzarono il vecchio sistema a fuoco diretto. La Schlenkerla mantiene invece la vecchia tradizione di affumicare il malto con ceppi di legno di faggio: quindi in ogni sorsata avete un piccolo pezzo di storia della birra, oltre al suo eccezionale aroma e gusto.


La storia della Schenkerla e dell’antica taverna
I primi proprietari della casa al n.6 di Dominikanerstraße avevano molta iniziativa e siccome continuavano a costruire, comprare terreni ed avere problemi legali con i vicini monaci del Monastero Dominicano, ci sono molte informazioni registrate riguardanti l’antico edificio del LEONE BLU appartenente alla proprietà “SOTTO LA CICOGNA”.
La storia della Taverna inizia assieme a quella del monastero, fondato nel 14° secolo. Tra il 1405 e il 1615 l’edificio passò di mano molte volte. Durante la guerra dei 30 anni (1618-1648) la casa fu distrutta e ricostruita. Prima del 1678 ci sono poche notizie, ma in quell’anno fu fondata la birreria e da allora ne troviamo sempre di più. In seguito ci furono molti proprietari diversi. Il più importante fu Johann Wolfgang Heller, il primo della dinastia, che comprò un tunnel scavato profondamente nella roccia più di 700 anni fa, come risultato dell’estrazione della roccia che serviva per le costruzioni e come abrasivo, per adibirlo a deposito della birra durante l’estate (bierkeller), in una collina chiamata "Stephansberg" che ai tempi era fuori Bamberga ma oggi è nel centro della città ed ospita gli impianti di produzione della birra. Sia la fermentazione (la birra viene trasferita con apposite tubature) che la maturazione avvengono ancora oggi in queste profonde cave. Ai tempi si portava ghiaccio per mantenere la temperatura di 4°C ma oggi ovviamente si usano impianti di refrigerazione (inventati proprio da un tedesco della Franconia, Carl Von Linde, nel 1873). In questi locali ci sono sessanta serbatoi di maturazione in alluminio, ognuno della capacità di 4410 l. La Marzen matura per 2 mesi, la più forte Urbock per 3. Solo in Franconia questo tipo di sotterraneo viene chiamato keller, termine che nel resto della Germania significa cantina, e molti sono ora diventati Beer Gardens, vale a dire i classici locali tedeschi di consumo della birra. I due termini sono qui diventati sinonimi, tanto che il sito dei locali a Bamberga, essenziale riferimento per un viaggio, si chiama Bierkeller .
Nel 1877 Andreas Graser diventa proprietario della birreria, ed è un momento importante, sia perché i suoi eredi (sesta generazione!) la gestiscono tuttora sia perché è in questo momento che nasce il nome Schlenkerla (che è ormai universalmente conosciuto ed usato per indicare sia la Taverna sia la birra sia la birreria, che in realtà si chiama “Heller-Bräu” Trum – il cognome degli attuali proprietari è quello del marito dell’unica erede femmina dei Graser, che la sposò prima della seconda guerra mondiale), che deriva da un diminutivo dialettale dell’antico termine tedesco "Schlenkern", e significa “un pochino barcollante”: si riferisce proprio al modo di camminare molto strano, con le braccia ciondolanti, che Andreas aveva a causa di un leggero handicap (o forse perché beveva troppo!).
Andreas "Schlenkerla" Graser è rappresentato ancora oggi sulle etichette con la sua particolare andatura, così come nella splendida insegna della taverna, al centro della corona d’alloro. C’è anche una stella di David sulla sinistra dell’insegna, che non ha nessun significato religioso ma è il simbolo alchemico del birraio. In questo secolo una parte del vecchio monastero venne prima presa in affitto dal governo Bavarese, che n’era nel frattempo diventato proprietario, e poi, nel 1960, acquistata.
La Taverna Schlenkerla è vicinissima all’imponente Cattedrale Imperiale (Kaiserdom), sulla sponda Ovest del fiume Regnitz, nella città vescovile.
Il suo nome completo è Brauereiausschank Schlenkerla, termine che indica precisamente che non è il luogo di produzione della birra, ma il locale principale della birreria, non certo perché è il locale più vicino ad essa, ma perché è quello con cui ha i maggiori legami storici.
La Taverna Schlenkerla è il centro segreto non solo della città vecchia, ma di tutta Bamberga, ed è l’orgoglio di tutti i suoi cittadini.
E’ sicuramente uno dei più famosi e migliori locali al mondo per quanto riguarda la birra: i prezzi sono convenienti (2-2,5€ per mezzo litro di birra, misura che in Franconia è quella tipica e viene detta Seidla, servita in boccali di ceramica che aiutano a mantenere la temperatura fresca anche in Estate – nel resto della Baviera il boccale tipico è da 1 litro in vetro). Ci sono quattro stanze: la prima, “Altes Lokal”, cioè antica locanda, ha 70 posti ma è molto intima, con tavoli di legno tirati a lucido sotto un antico soffitto rivestito di legno più scuro della birra stessa. L’impressione è quasi di entrare in una chiesa. In effetti si tratta di un luogo sacro per i pellegrini della Rauchbier! Poi c’è il "DominikanerKlause" (60 posti, nella foto), originariamente un monastero costruito nel 1310, che ha graziosi soffitti ad arco, vari decori e disegni a muro. Anche la Bamberger Zimmer, (80 posti) è nell’antico monastero dominicano. C’è poi il cortile interno, in estate adornato di gerani come tutta la casa, dove potete bere vicino ad una botte di legno da 500 litri.

Questo articolo è tratto dal sito Nonsolobirra.net ma sono veramente numerosi i siti che parlano delle birre di Bamberga; quello ufficiale della Schenkerla e poi eccone alcuni altri:

*- http://www.birraebirrerie.it/Articolo/I/rif000002/2070/LE-RAUCHBIER-DI-BAMBERGAUno-sguardo-sulle-famose-birre-affum
*- http://www.beertravels.net/eventi/26-viaggi/66-bamberga-e-le-rauchbier.html
*- https://ombradiunsorriso.wordpress.com/tag/rauchbier/
*-http://www.scattidigusto.it/2012/01/27/fumo-di-birra-spezial-rauchbier-laffumicata-da-provare/
*- http://dibiesse.altervista.org/blog/tag/rauchbier/
*-http://www.birramoriamoci.it/emelisse-rauchbier/
*-https://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=6713&lang=ita
ecc., ecc..

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