Per i ricercatori delle antiche opere, questa non è certo una notizia ma per i più risulterà un poco "strano" se, cercando su internet del materiale relativo al grande scrittore romano, vedere apparire anche il nome della splendida città germanica. Vero è che l'antico grande personaggio nei libri dal III al VI aveva effettuato un excursus geografico enorme (nel quale veniva descritto anche il territorio di Bergamo) ma, pur riportando tanti altri autori, non avrebbe potuto andare molto oltre i limiti dell'Impero Romano del I secolo.
Ma certo si potrà venire a sapere che:
"La trasmissione dell’imponente opera Naturalis Historia di Plinio il Vecchio è affidata, per quello che riguarda la tradizione più antica, a pochi manoscritti conservati in porzioni frammentarie. Dei 37 libri in cui è organizzata l’opera, il numero di manoscritti restanti è di circa 200 e, di questi, la parte più interessante e tra le più vecchie è quella conservata a Bamberga nella Staatsbibliothek e contenente i libri dal XXXII al XXXVII".
Plinio il Vecchio (Caio Plinio Secondo), nato a Como (Novum Comum) il 23 d. C., giunse giovanissimo a Roma, dove iniziò il suo cursus honorum. Ufficiale di cavalleria in Germania, procuratore nella Gallia Narbonese, e poi in Africa, nella Spagna Tarraconese, nella Gallia Belgica, diviene nel 69 d. C. procuratore imperiale a Roma, un altissimo ufficio che lo metteva in continuo contatto con Vespasiano, prefetto della flotta di Miseno. Nella Prefazione della Naturalis Historia, la sua opera più nota (e l’unica a noi giunta) troviamo infatti la dedica a Tito (39-81 d.C.), figlio di Vespasiano.
L’organizzazione dello sterminato materiale dei 37 libri della Naturalis Historia segue un criterio per materie in accordo con quella che era la concezione della scienza a Roma.
L’opera, risultata infine veramente enciclopedica, è una miniera di notizie: dopo il Proemio e l’Indice (libro I), la cosmogonia (libro II), la geografia (libri III-VI), l’antropologia (libro VII), la zoologia (libri VIII-XII), l’agricoltura e la botanica (libri XIII-XIX), la farmacia vegetale ed animale (libri XX-XXXII), la geologia e la metallurgia (libri XXXIII-XXXVII), con una digressione sull’arte antica. In essa, il principio espositivo va dal più importante al meno importante: nella sezione “animali” la suddivisione comincia dall’uomo, mentre in quella “metalli” il primo è l’oro, il secondo l’argento, ecc.

•  Verso la metà del III secolo, Solino realizza un riassunto delle parti geografiche.
•  All'inizio del IV secolo, i passaggi medici sono riuniti nella Medicina Plinii.
•  Nel Medioevo i lavori di Plinio acquisiscono grande stima e divulgazione.
•  All'inizio dell'VIII secolo, Beda detto il Venerabile risulta essere in possesso di un manoscritto completo di tutte le opere.
•  Nel IX secolo, Alcuino invia a Carlo Magno una copia dei primi libri e Dicuilo riunisce estratti delle pagine di Plinio per la sua Mensura orbis terrae.
•  Nel XI secolo, Roberto di Cricklade, Superiore del St Frideswide a Oxford, invia al re Enrico II un Defloratio, contenente nove volumi di selezioni dei manoscritti.
•  Dell’ XI secolo, fra i manoscritti più vecchi, anche il codex Vesontinus, dapprima conservato a Besançon e oggi sparso in tre città: Roma, Parigi e Leida (dove esiste anche una trascrizione del manoscritto totale).

Naturalis Historia”, libri XXXII-XXXVII, secondo quarto del IX sec.
Bamberga, Staatsbibliothek , ms. Class. 42.

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