Tra le tante affinità che si possono riscontrare tra le città di Bamberga e di Bergamo, vi è quella delle Chiese dedicate al Santo (che sembra prediligere i colli), con due storie completamente diverse ma si scopriranno tante cose in comune...

SUL COLLE DI SAN MICHELE A BAMBERGA:

Chi si trova nello splendido Rosengarten della "Vecchia Residenza" può godere di una magnifica vista sull'antico convento benedettino di San Michele.

Nel 1017 Enrico II detto “Il Santo”, Imperatore del Sacro Romano Impero, fonda l'Abbazia di San Michele, sull’omonimo colle di Bamberga; un'abbazia benedettina destinata alla formazione del clero e, anche per questo, Papa Benedetto VIII, durante la sua visita a Bamberga del 1020, pose la diocesi di Bamberga in dipendenza diretta della Santa Sede.

Tra il 1102 ed il 1139 fu Vescovo di Bamberga Ottone, che fu poi elevato a Santo, e che è ritenuto uno dei "padri" del Concordato di Worms del 1122, con cui si risolse la lunga lotta per le investiture tra Imperatore e Papa.
Il conflitto riguardava niente meno che la nomina dei vescovi: si trattava di stabilire chi dei due ne avesse la priorità!
Il Vescovo condusse varie missioni; alcune di queste in Pomerania che gli avvalsero l'appellativo di "Apostolo di Pomerania".
Ottone il Santo, sempre intimamente legato al Convento di San Michele, trovò infine sepoltura proprio nel Coro di quella Chiesa e venne successivamente invocato da coloro che si trovavano in condizioni di sofferenza, specialmente da chi era stato morso da un cane; a lui venivano, e vengono tuttora, rivolte preghiere anche per il sollievo da altre malattie e, nel suo monumento sepolcrale, è stata realizzata un'apertura, che può essere attraversata strisciando e così evitando o guarendo dal mal di schiena.
La Chiesa del Convento è ricca di opere artistiche uniche nel loro genere, quali ad esempio l'erbario celeste, il cosiddetto Giardino di Dio o del Paradiso. Si tratta di un erbario che i monaci fecero dipingere sul soffitto delle tre navate del luogo sacro e in cui si possono distinguere più di seicento piante medicinali provenienti da tutto il mondo.
Dalla grande terrazza esterna si gode una vista su tutto l'area cittadina. Da qualche anno, sui pendii al di sotto del convento, si trova di nuovo un vigneto che ripropone in ambiente storico la grande tradizione dei vignaiuoli bamberghesi.

SUL COLLE DI BELFANTE A BERGAMO:
Probabilmente i Longobardi, ferventi devoti del loro santo patrono, nel 774 (ossia ormai alla fine del loro Regno in Italia) fecero erigere la piccola chiesa di San Michele, poi indicata come “al Pozzo Bianco”, sul colle di Belfante.
Ma Donato Calvi, nella sua “Effemeride” ne attribuisce l’edificazione, assieme ad altre 15 chiese di Bergamo, all’Imperatore Carlo Magno (quindi dopo la venuta dei Franchi) e, nel 1676, scriveva che ogni 15 Giugno, dal 801, si celebrava la consacrazione della Chiesa di San Michele al Pozzo Bianco descrivendola in questi termini:


Tra le Chiese fatte fabbricare in Bergamo dalla pia memoria di Carlo Magno Imperatore , e Re di Francia , s'annovera quella di San Michele al Pozzobianco, che dopo edificata e costrutta, oggi pur fece da Turpino Arcivescovo di Rems, che seco aveva , solennemente consacrate e all'Angelo San Michele dedicate.
Spicca ancora l'antichità di quella Chiesa nella struttura sua essendovi sotto essa un antichissimo Scurolo, o diremo Sotto Confessione, a cui si discende per due Scale poste nella Chiesa Superiore, e sono in essa quattro Altari in vari siti disposti, benché solo in uno si celebri, che è quello di San Cristoforo situato nel vaso maggiore di detto Scurolo, e modernamente ornato da Disciplini di Santa Maria Maddalena , che qui si congregano nei loro Spirituali esercizi, con quadro di Sant'Antonio di Padova. Così la Chiesa Superiore, che è a convenienza grande, pur spira antichità, e venerazione, tenendo tre Altari in faccia, chiusi con ferrate, il maggiore cioè con coro assai maestoso e capace, e due laterali, l’uno, che è in “cornu evangeli” dedicato all'Asssunzione di Maria Vergine con palla di Francesco di Bassano, che rappresenta non solo il predetto mistero, ma tiene l'immagine dei Santi Gio.Batt., Giuseppe, Giorgio, e Donino, e vedesi la capella tutta dipinta a fresco buona parte per mano di Lorenzo Lotto, che vi dipinse lo Sposalizio, e Annunciazione della Vergine, e quell'AItare governato dal Consorzio, che ne tiene singolar cura ; l'altro che è in “cornu epistole” dedicato ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, con tavola di Paolo Olmo, e n'ha cura la Scuola del Santissimo Sacramento, e ambi quelli Altari hanno la Sagrestia loro a parte, oltre la Sacrestia della Chiesa che serve all'Altare Maggiore.”
Si conserva in quella Chiesa una reliquia di San Donino Martire, chiusa in un piede d'un Calice, con cui si dà da bere ai morsicati da cani rabbiosi, e si benedicono con singolar giovamento, e sta riposta in un particolar deposito nella Cappella del Consorzio . V'è la devozione della Madonna Santissima dello Spasimo. La cura si conferisce in titolo, e ha sottoposte anime trecento.


La Chiesa subì gravi danni quando fu colpita da un fulmine il 28 Agosto 1663 e da allora ha subito varie modifiche e restauri. Da una recente conferenza dell’Ateneo di Scienze e Arti di Bergamo:


“Eppure questa chiesa, tra le prime di Bergamo, è drammaticamente sconosciuta, pochissimi e datati sono gli studi ad essa riservati. Non poca è stata la sorpresa dei restauri in controfacciata, il confronto tra il prima e il dopo nella rivelazione delle figure di Adamo ed Eva, della schiera dei dannati dell'Inferno e evidenti i danni fatti dalle aperture per collegare la chiesa con l'Istituto Buon Pastore. Il palinsesto decorativo che vede nelle cappelle laterali e nel presbiterio la bella narrazione del Cinquecento, è tanto più suggestivo nei frammenti antichi che si allineano sulle pareti. Sono proprio questi ultimi che rivelano affinità con l'iconostasi del Duomo di San Vincenzo, con gli affreschi di Sant'Agostino e rimandano a maestranze della Lombardia dei Visconti. La pittura si fa testimonianza e parla di una "centralità" della chiesa di San Michele, che ha dato spazio a pittori come Lotto capaci di far conoscere la realtà sociale sotto le spoglie della religiosità. Chiesa poco studiata e tante volte rimaneggiata. Scarsi i documenti; percorrere la navata, scendere nella chiesa inferiore, consultare le visite pastorali non basta per ricostruirne la storia anche rispetto al riattamento della faccia, che sembra ispirarsi al preesistente, mentre consolida e camuffa la forzata chiusura della chiesa tra gli edifici in trasformazione sul colle di Belfante.

L’Arcangelo Michele, un protettore per tutti:

L'angelo Michele nell'ebraismo
Nella Bibbia l'arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana. Michele, comandante delle milizie celesti, dapprima accanto a Lucifero nel rappresentare la coppia angelica, si separa poi da Satana e dagli angeli che operano la scissione da Dio, rimanendo invece fedele a Lui, mentre Satana e le sue schiere precipitano negli Inferi. Michele è, nella Bibbia, il primo dei principi e custode del popolo di Israele.


Michele nei testi sacri giudaico-cristiani
Nel Nuovo Testamento è definito come “arcangelo”, è l'angelo che conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge, è l’"Angelo Personale del Signore", e, nella liturgia cristiana, Michele è l'angelo che rivelò l'apocalisse a San Giovanni.
E sono numerosi anche gli scritti apocrifi in cui l'Arcangelo Michele compare a vario titolo: nell'Apocalisse di Baruc detiene le chiavi del Paradiso; nella Vita di Adamo ed Eva fu lui ad insegnare ad Adamo a coltivare la terra; nell'Apocalisse di Mosè detta ai figli di Adamo ed Eva i doveri rituali verso i defunti; nel Vangelo di Bartolomeo fu lui a portare a Dio la terra e l'acqua necessarie a creare Adamo; nella Ascensione di Isaia rimosse la pietra dal sepolcro di Gesù; nell'Apocalisse della Madre di Dio accompagnò la Vergine in un viaggio infernale per mostrarle le pene a cui sono sottoposti i dannati.


San Michele per i Longobardi
All'arcangelo Gabriele i Longobardi dedicarono diversi edifici religiosi in tutta Italia durante il loro regno (568 – 774). L'opera di conversione, avviata dalla regina Teodolinda (589-626) appoggiata all'opera del missionario irlandese Colombano di Bobbio, al cattolicesimo dall'arianesimo e dal paganesimo che professavano al momento del loro ingresso in Italia fu un processo graduale, che occupò tutto il VII secolo e che si accompagnò a divisioni politiche e ideali all'interno della gens Langobardorum. L'arcangelo guerriero fu considerato il santo patrono dell'intero popolo e, a partire dal regno di Cuniperto (688-700) la devozione si spinse fino a riportarne l'effigie sulle monete coniate sostituendo quella della Vittoria.


Michele nell'Islam
Il nome di Mīkāʾīl è citato nel Corano alla sura II. È indicato come di pari rango rispetto a Gabriele e, secondo la tradizione, assieme a lui, avrebbe provveduto a istruire il profeta Maometto e, secondo un'altra tradizione, sua caratteristica sarebbe quella di non ridere mai.


I teologi cristiani, sia cattolici che protestanti, sono concordi nell'identificare, nell'Antico Testamento, l'Angelo del Signore (al singolare) come una prefigurazione del Cristo; quindi una teofania.


Michele nell'Avventismo
Le Chiese avventiste identificano Gesù con l'arcangelo Michele. Da questo punto di vista, Michele è il primo e più grande di tutte le creature di Dio. Questo, semplicisticamente, è motivato dalla Bibbia che menziona solo un arcangelo per nome, Michele appunto.


Michele secondo i testimoni di Geova
Gesù nella sua esistenza preumana era conosciuto anche come la "Parola di Dio", che i testimoni di Geova interpretano come "il portavoce del Padre" e che sia anche in effetti conosciuto come Michele, per il suo unico ruolo di arcangelo o "angelo capo" e di comandante contro Satana; Gesù è anche identificato dai testimoni di Geova sulla base di alcuni passi biblici con l'arcangelo Michele capo dell'esercito angelico che combatte contro il Demonio e il suo esercito nell'Apocalisse.


San Michele nella liturgia cattolica
San Michele, nella messa tridentina, è “primo fra i santi dopo la Vergine Maria”. Lo si ritrova nella preghiera di benedizione dell'incenso, in cui l'arcangelo viene invocato come «colui che sta alla destra dell'altare dell'incenso».
Papa Leone XIII ordinò di recitare la preghiera a San Michele in ginocchio davanti all'altare al termine di tutte le messe. Lo stesso pontefice stabilì un rito esorcistico (chiamato "Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos") in cui viene invocato come "principe gloriosissimo delle milizie celesti", come "custode e patrono della santa Chiesa" affinché venga in difesa dei cristiani contro il demonio.

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